L’azienda biofarmaceutica Dompé ha commissionato all’Università degli Studi di Milano uno studio quali-quantitativo sulle farmacie italiane nell’ecosistema digitale. Presentato ufficialmente il 20 aprile a Cosmofarma 2018, la fotografia che restituisce la ricerca è quella di un Paese che ha ancora diversi passi da compiere in direzione di una modernizzazione più compiuta.
Solo il 50% degli oltre 200 farmacisti racconta di aver investito su un progetto di digitalizzazione e omnicanalità, un processo che per 2 farmacisti su 5 è “ancora abbastanza occasionale e senza una vera strategia” spiega Laura Iacovone dell’Università degli Studi di Milano. D’altronde, il 25% del campione riconosce la potenzialità del digitale, ma lo trova un ambiente inadatto a sviluppare l’indispensabile componente empatica del rapporto con il cliente.
Quasi il 70% dei professionisti ha raccontato di essere stato stimolato al cambiamento dal timore di una precoce senescenza del proprio punto vendita. A questo sarebbe quindi dovuto il rapidissimo approdo su Facebook e WhatsApp da parte, rispettivamente, del 76% e del 49% delle farmacie. Nonostante ciò, sopravvivono anche canali di comunicazione più tradizionali come l’SMS (58%) e la telefonata per il recall (56%). Ma, avvisa Iacovone, “la farmacia sta assistendo oggi all'espansione delle tecnologie digitali senza avere ancora sviluppato una visione organica d'insieme”.
Lo studio Dompé segnala anche importante differenze generazionali. Vi sarebbe infatti una differenza d’approccio tra i titolari più giovani e gli over 50. Le nuove generazioni, più abituate ad utilizzare i social, si dimostrerebbero più esperte nella gestione del fenomeno digitale. I farmacisti di lungo corso, invece, pur comprendendo le potenzialità di una farmacia 3.0, baderebbero “più al sodo”. Francesco Schito, segretario generale di Assofarm, sostiene invece che la farmacia italiana sia “arretrata” sul fronte digital perché anche i giovani professionisti hanno “idee poco chiare su come sfruttare siti web e social media nella relazione col cittadino”.
Sul tema della digitalizzazione delle farmacie è intervenuta anche Federfarma Nazionale, nelle persona del presidente Marco Cossolo. Questi ha dichiarato: “E-commerce e digitalizzazione devono servire per espandersi, non come panacea di tutti i mali, stiamo ancora parlando di mercati piccoli, 96 milioni di euro su un fatturato da 26 miliardi […]. Integrare il punto vendita con il digital è secondo me il futuro, anche se non darei solo importanza all’e-commerce, che oggi ha una incidenza minima sul fatturato. Federfarma si impegnerà per mettere a disposizione strumenti in grado di aiutare il farmacista nelle scelte”.
Infine, l’e-commerce si conferma il maggior interrogativo del settore. Se alcuni considerano la possibilità di vendere online i propri prodotti, anche su Amazon, c'è chi guarda con preoccupazione ad un’evoluzione del mercato in cui vede con difficoltà il ruolo della farmacia tradizionale. Schito sostiene invece che sia “lecito immaginare che il futuro dell’e-commerce in farmacia stia nelle sempre più diffuse pratiche acquista online – ritira offline, molto utilizzate dalla grande distribuzione tecnologica”.
Studio Mario Fanelli, da sempre al fianco dei farmacisti in una logica di partnership continuativa, contribuisce a favorire lo sviluppo di una cultura sempre più digitale, sostenendo il cliente non solo nel progettare il restyling del layout del punto vendita, ma aiutandolo a predisporre un nuovo piano di marketing, che tenga conto di ogni esigenza del mercato. Scopri qui le nostre proposte oppure contattaci senza impegno!
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